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clavicordo, clavicembalo, organo
Un clavicordo? Perché proprio un clavicordo?
Se sei approdato a questo sito cercando informazioni generiche o desideri specifiche notizie su questo strumento, oppure desideri avere a disposizione uno strumento a tastiera ma ti smarrisci nella molteplicità di offerte ed opinioni, potresti essere nel posto giusto.
Credo che molti di voi si ritrovino nella domanda iniziale, perché il clavicordo viene raramente proposto come strumento al quale dedicarsi, in favore dei più conosciuti clavicembalo e pianoforte. Molti studenti di organo inoltre si orientano troppo spesso verso l’acquisto di strumenti digitali, in conseguenza delle problematiche di spesa e spazio che comportano l’acquisto di un buon organo a canne.
Mi dedico da anni al clavicordo, sia come costruttore che come esecutore e didatta, e oggi posso rappresentare un’alternativa da prendere in considerazione rispetto alla generale tendenza. Spiego brevemente i motivi.
Cominciamo col dire che numerose fonti storiche sono concordi nell’affermare che il clavicordo è lo strumento fondamentale sul quale formare in modo ottimale la tecnica esecutiva del cembalista, dell’organista e del fortepianista. Il motivo risiede nella meccanica dello strumento che, se ben costruito, consente all’esecutore un contatto diretto con il sistema di produzione del suono e la possibilità di trasferire l’energia cinetica del sistema braccio-mano-dita direttamente alle corde tese, senza che un sistema di mediazione meccanica — salterello, ventilabro, scappamento — si assuma l’incarico di trasformare questa energia in suono udibile e vitale. La magia del clavicordo sta proprio in questa produzione ‘immediata’ del suono, dovuta essenzialmente alle tangenti di ottone che, conficcate direttamente nel tasto colpiscono la corda in un determinato punto. Un sistema essenziale, ma proprio per questo di estrema raffinatezza e di grande opportunità didattica perché la formazione del suono, con le sue caratteristiche di articolazione, dinamica e bilanciamento, sono tutte a completo carico del musicista che in tal modo potrà trovare estrema soddisfazione nel riuscire a riprodurre in modo compiuto l’immagine sonora che ha in mente e potrà migliorare enormemente tecnica esecutiva e gusto musicale.
Nessuno strumento a tastiera collega in modo limpido e diretto tecnica esecutiva e suono come il clavicordo, perché l’esecutore deve costantemente porsi domande su come posizionare la mano e il braccio o come bilanciare in modo dinamico il peso e persino la posizione del corpo intero affinché il risultato acustico abbia un senso convincente nell’economia generale del brano in esecuzione. Il clavicordo ti obbliga a pensare e decidere preventivamente come eseguire ogni passaggio, a come dotarlo di una articolazione corretta sotto il profilo della prassi esecutiva per poi passare a comprendere il gesto fisico atto a realizzare l’idea sonora intuita. Uno strumento insomma che aiuta a liberarsi di quel preponderante ‘approccio fisico’ all’esecuzione musicale che troppo spesso tiene imprigionati molti studenti nello sforzo di superare le diverse problematiche tecniche. Problemi che si immagina di superare nella ripetizione estenuante del ‘passaggio critico’ senza considerare invece che la soluzione è sempre nella immagine sonora che la rappresentazione notazionale suggerisce e nello studio del gesto fisico idoneo a rendere reale questa immagine.
Ma questo è vero per ogni strumento potreste dire! Si, certamente. Ma nel caso del clavicordo tale approccio è inevitabile e totalizzante, pena il miserevole crollo dell’esecuzione intera.
Perché tale magia si compia in maniera completa è necessario avere per le mani uno strumento di ottima qualità e fattura. E vi assicuro, per esperienza personale, che costruire un buon clavicordo è di gran lunga più difficile e impegnativo che costruire un buon clavicembalo! Le componenti di cui è costituito e la meccanica essenziale, impongono il rispetto di numerosissimi parametri fisico-acustici e il loro vicendevole equilibrio all’interno dello spazio dello strumento, dove ogni singolo pezzo è lavorato e modellato in vista della sua funzione e tutti i pezzi così ‘intonati’ devono poi rispondere a una logica corale nella quale fondersi in un organismo vivo e dinamico.
L’esperienza personale porta quindi a concludere che qualunque tastierista che voglia migliorare la propria tecnica esecutiva e il proprio gusto musicale — e fra questi includo senza dubbio anche il pianista — oppure il principiante che voglia ricevere una impostazione corretta fin dall’inizio, debba prendere in seria considerazione l’idea di avere a disposizione un buon clavicordo.
Una parola infine ai molti organisti che, eternamente assillati dal problema dello strumento sul quale studiare, non hanno forse mai pensato all’acquisto di un buon pedalclavicordo. Ne produco di diverse tipologie e taglie e non è fuori luogo pensare di acquistarne uno per praticare una enorme parte di letteratura organistica, dalle origini fino a Mendelsshon! Sappiamo del resto che nei paesi d’oltralpe l’uso del pedalclavicordo era comune fra gli organisti del tempo, impossibilitati ad esercitarsi per ore e ore sugli organi nelle chiese a causa del necessario ausilio dell’uomo addetto a pompare aria nei mantici e dalle avverse condizioni climatiche invernali. Inoltre, sappiamo da numerose fonti quanto questo strumento fosse amato e utilizzato da Johann Sebastian Bach per le sue lezioni domestiche e per la pratica personale.
L’acquisto di un buon clavicordo è un investimento sia sul lato del progresso esecutivo del proprietario, sia sotto il profilo economico, visto che come opera d’arte è soggetto a una rivalutazione economica costante nel corso del tempo.
Giungiamo così alle dolenti note relative ai costi. La realizzazione di un buon clavicordo implica infatti un prezzo di vendita non irrilevante. Naturalmente i costi variano sensibilmente in relazione alla diversità dei modelli, ma occorre ricordare che anche il più semplice dei modelli implica molte decine di ore di lavoro, senza contare i tempi d’attesa necessari per gli incollaggi e l’attesa per le condizioni climatiche ottimali per l’esecuzione di alcune lavorazioni. Gli strumenti sono infatti tutti realizzati con una artigianalità di altissimo livello e seguendo tecniche ispirate dalla tradizione di quest’arte antica. Ogni ora di lavoro è il frutto di anni e anni studio, di ricerca, di errori e continui rifacimenti, e in definitiva di amore e passione per questa attività.
Come scelta di fondo ho voluto puntare sulla qualità del risultato sonoro e tecnico, lasciando l’aspetto della decorazione del mobile in secondo piano, proprio per cercare di contenere il prezzo alla vendita. Non troverete quindi nel mio atelier sontuosi strumenti decorati a foglia d’oro, pitture sui coperchi, ricchi supporti e gambe riccamente tornite ma strumenti dalla finitura essenziale a gommalacca o a semplice smalto. La decorazione non influisce sulla qualità del suono mentre influisce moltissimo sul prezzo finale!
La ricca decorazione rimane comunque una possibilità da realizzare su richiesta specifica e il cui prezzo dovrà inevitabilmente essere concordato.
I miei strumenti sono tutti realizzati su committenza. Per averne uno è quindi necessario contattarmi e preferibilmente venirmi a trovare per provare i modelli della mia collezione, e offrirti la mia consulenza gratuita sullo strumento più confacente alle tue esigenze.
Commissionato lo strumento, potrete seguire le fasi della sua costruzione venendo direttamente in laboratorio oppure ricevendo immagini e foto delle diverse fasi della sua lavorazione.
Queste le linee generali che caratterizzano il mio lavoro. Vi prego ora di visitare questo sito e valutare le schede tecniche dei singoli strumenti. Non tralasciate di visitare la sezione dedicata a studi e articoli sulla organologia del clavicordo e sulla sua tecnica esecutiva, una sezione in continuo aggiornamento.
Sono sempre a vostra disposizione per qualunque chiarimento e consulenza. Buona visita!
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